Amaranta

Via Alfredo Giovine, 59, 70126 Bari BA

A pochi chilometri dal centro di Bari, andando verso sud, là dove l’“Adriatico selvaggio che è verde come i pascoli dei monti” diviene più azzurro per poi confondersi ancora più a meridione con il blu dello Ionio, sorge una villa che ha una bella storia da raccontare.

Come tutte le storie che si rispettino presenta un inizio non facile, fatto da ingiustizie e soprusi, ma niente paura: c’è un lieto fine. Un passato difficile accomuna quasi simbolicamente questo edificio alle ospiti che lo frequentano.

È la storia della Drop House Amaranta, una villa confiscata al clan mafioso dei Capriati, ristrutturata con fondi della Fondazione Con il Sud e del Dipartimento per le Pari Opportunità, e destinata all’accoglienza delle donne vittime di tratta. Varcare il cancello di questa casa di ospitalità e percepire una sensazione di rinascita è un tutt’uno.

Ma non è sempre stato così: da un edificio con ambienti chiusi, dai quali era impossibile anche solo intravvedere il vicino mare, dove le inferriate opprimevano le finestre e una confusa selva di piante soffocava il giardino, è nato un luogo ricco di spazi armoniosi e aperti al mondo.

A cominciare dall’accogliente ingresso della villa che si spalanca sul litorale permettendo di godere la vista delle onde e la fragranza della marina. Una libertà che si respira a pieni polmoni anche quando si passeggia lungo il grande e curato giardino che circonda la casa. Gli spazi all’interno sono moderni e confortevoli. I locali principali che l’edificio ospita sono due uffici, una sala polifunzionale, i servizi igienici e un magazzino. In tutto 180 metri quadrati interamente dedicati all’accoglienza diurna delle donne vittime di tratta.

Il progetto Amaranta viene ideato e promosso dalla cooperativa sociale C.A.P.S. e dall’associazione Micaela onlus in partenariato con la cooperativa sociale ARTES, l’associazione culturale Origens e col sostegno del Comune di Bari. Una rete solida per affrontare la delicatissima missione di tendere una mano alle donne desiderose di sfuggire alla trappola dell’oppressione e della violenza.

Le fondamenta di questa iniziativa si articolano attorno all’idea di avvicinare queste donne direttamente nel loro contesto, offrendo un rifugio sicuro, supporto, opportunità di apprendimento lavorativo e la prospettiva di una nuova vita. Alle ospiti della Drop House Amaranta viene infatti offerta la possibilità di una serie di colloqui finalizzati all’inserimento lavorativo attraverso una serie di tirocini per lo più dedicati ai settori della ristorazione e del turismo. 

Si lascia questo edificio, un tempo luogo di oppressione e criminalità, con il cuore carico di speranza. Ogni sorriso, ogni piccolo passo verso la rinascita rappresentata da questo luogo, riempie l’anima di una luce brillante. “È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante” scriveva Cesare Pavese. E oggi nel mondo c’è un luogo in più dove, per molte donne, è fortunatamente possibile ri-cominciare.

Per saperne di più: https://www.facebook.com/amaranta.drophouse/

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