Cantieri Culturali alla Zisa

Via Paolo Gili 4, 90138 Palermo PA

L’intensità del racconto di Roberto Ragonese ci accompagna lungo la strada che porta ai Cantieri Culturali alla Zisa. E il quartiere La Zisa è un’immagine di Palermo che non dimentico.

Sostiamo un attimo davanti ai cancelli di ingresso dei Cantieri Culturali. Uno scorcio ci offre le spalle del castello normanno La Zisa, dal quale il quartiere prende il nome. Lo caratterizza una geometria rigorosa, mentre il grigio del cielo accentua il color sabbia delle mura. Tutt’attorno scorgiamo palazzi, case basse, affacci antichi. Si legge la storia di chi ci vive.

I Cantieri Culturali alla Zisa sono un’ex area industriale di Palermo. Qui avevano sede le Officine Ducrot, attive dai primi del ‘900 nella costruzione di mobili in stile liberty. Erano mobili che varcavano i confini nazionali e che arredavano hotel prestigiosi, residenze di lusso e sedi istituzionali.

Dopo la seconda guerra mondiale la famiglia decide di trasformare il mobilificio in hangar per la produzione di mezzi aeronautici. Da lì in avanti la storia di questo sito industriale va ridimensionandosi fino ad arrivare alla fine, lasciando vuoti i 23 capannoni e i cinquantacinquemila metri quadri dell’intera area.

Negli anni ’90 il Comune acquista l’intero spazio, con l’intento di costruire una cittadella della cultura. I soggetti che trovano lì la loro nuova sede sono enti pubblici: l’Accademia di Belle Arti e gli Istituti di Lingue e culture straniere. È una prima fase della nuova vita dei Cantieri. La seconda arriva nel 2011 quando un gruppo di artisti e intellettuali palermitani coinvolge la cittadinanza in un processo di sensibilizzazione per l’apertura ad uso culturale dei tanti spazi vuoti dei Cantieri.

Una lettera al sindaco manifesta l’interesse del gruppo: «… alla base di tanto degrado e di tanta arretratezza vi è la perdita di valori fondanti, un grave smarrimento del senso di appartenenza a una comunità, e tutto questo ha alla base anche la mancanza di un progetto culturale, civile ed etico del vivere collettivo. Ridare dignità al ruolo della cultura è, a nostro avviso, un tassello strategico del processo di ricostruzione di un sentimento che accomuni l’intera collettività, ma è anche uno strumento fondamentale per creare ricchezza, per dare lavoro, per affermare i principi della legalità e del controllo del territorio da parte dello Stato».

Non è stato facile il processo che ha portato ai Cantieri come li vediamo oggi, ma l’impegno costante del gruppo promotore è riuscito a smuovere i pesanti meccanismi del pubblico e a costruire una proposta abitativa di questi spazi partecipata, orizzontale e comunitaria. Dalla cittadella della cultura alla cittadella delle culture.

Oggi più di venti soggetti tra pubblici e privati animano la vita dei Cantieri Culturali alla Zisa. Diversi tra loro ma uniti nella finalità: promuovere cultura e partecipazione. Ne visitiamo alcuni:

  • Zisa Zona Arti Contemporanee, un grande spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea.
  • L’Istituto Gramsci Siciliano che in uno spazio piccolo e raccolto conserva un importante archivio sui movimenti studenteschi palermitani della seconda metà del secolo scorso.
  • Il Centro Internazionale di Fotografia dove visitiamo una mostra sull’invasione di Praga nel ’68. Varietà, quantità, qualità.
  • Spazio Franco, laboratorio per la creazione contemporanea

Ognuno di questi Centri parla a un pubblico preciso ma è aperto a tutti. Ci lasciamo incuriosire.

A Spazio Franco ci fermiamo. È un laboratorio per la musica, la danza e le arti performative.

Ci raccontano d’aver appena vinto il premio “MigrArti”, istituito dal Mibact per premiare esperienze teatrali e culturali che mettono insieme giovani italiani e migranti.

A Spazio Franco hanno seguito un gruppo di giovani migranti nella costruzione di uno spettacolo che narrava le loro storie. Dopo questa prima esperienza, il gruppo ha deciso di fondare una compagnia, molti di loro si sono messi a studiare, il loro legame con questa terra ospitante parte da qui.

“Apriamo!” era il motto dei primi artisti e intellettuali palermitani: l’appello non è rimasto inascoltato.

Per saperne di più: https://www.cantiericulturalizisa.it/

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