Entrando a FoQus, Fondazione Quartieri Spagnoli, guarda in su: sulla tua testa una strana flotta aerea catturerà la tua attenzione.
“Sono aeroplanini di alluminio costruiti su modello di quelli di carta. Sulle ali, che noi da qui non vediamo, sono scritte le paure e i desideri dei bambini che frequentano FoQus. I desideri entrano e le paure escono.”
“Le flotte dei desideri e delle paure” è una installazione di Blue and Joy, progetto artistico contemporaneo di Fabio Le Fauci (Milano, 1977) e Daniele Sigalot (Roma, 1976). Come loro, diversi artisti contemporanei hanno scelto FoQus per le loro opere: Pistoletto, Tatafiore, Paladino e altri.
Perché? Cosa hanno visto in questo luogo?
Con questa domanda in testa ci lasciamo trasportare dalle parole di Renato Quaglia, Direttore Generale della Fondazione, che ci racconta la storia di questi quartieri in un quadro che inizia nel ‘500 con l’arrivo dei soldati spagnoli, i quali si insediano qui con il tipico castrum romano – da cui l’impianto ortogonale del Quartiere. Una convivenza difficile con i napoletani e una sola cosa in comune: l’estrema povertà.
La storia si arricchisce di tinte fosche: prostituzione e gioco d’azzardo, agguati, scippi, la nascita dei guappi spagnoli e napoletani, che difendono la loro gente col coltello. Infine, talvolta, l’alleanza tra i gruppi: i guappi alleati sono riconoscibili perché indossano un particolare camice definito camorra.
Ecco come nasce la camorra: una costruzione sociale che inizialmente aveva come obiettivo quello di dare garanzia e protezione alla povera gente. Una costruzione sociale intrisa di criminalità, che oggi si pone come attraente alternativa per centinaia di giovani che ingrossano le sue fila rinunciando alla scuola.
Nei Quartieri Spagnoli vivono in 1,5 km più di 50.000 persone e il 10% dei bambini di tutta Napoli.
Il tasso di dispersione scolastica è tra i più alti d’Europa: il 33 %.
Renato Quaglia, direttore generale di FoQus e Rachele Furnaro, presidente di FoQus e fondatrice di “Dalla parte dei Bambini”, rappresentano l’anima del progetto di rigenerazione di questo luogo, un antico monastero adibito a centro educativo poi caduto in disuso negli anni 2010.
Nel cuore di un quartiere con più ombre che luci hanno creduto per primi in una possibilità: quella di un futuro diverso per i bambini e per i giovani di questo territorio.
Le poche suore che gestivano il gigantesco monastero non hanno posto obiezione alla richiesta di affitto; a entrare in gioco per primi sono stati chiamati i disoccupati del quartiere e alcune giovani donne col desiderio di aprire un asilo nido. Mentre le ragazze imparavano il metodo educativo Reggio Children a Reggio Emilia, il primo nucleo del monastero veniva ristrutturato per loro e arredato con i migliori mobili di arredo per bambini sul mercato.
Così è nato il primo FoQus: scommettendo tutto sulla speranza di una bellezza.
Oggi questa speranza ha radici solide e forti. 58 bambini frequentano il nido, che offre lavoro a 15 persone del territorio. La qualità dell’offerta educativa è talmente elevata da richiamare famiglie dalla vicina e ricca zona centrale e c’è una lunga lista d’attesa.
Tante attività si sono affiancate al nido negli anni: “Dalla parte dei Bambini” ha inaugurato qui la scuola primaria e secondaria di primo grado; l’Accademia di Belle Arti ha distaccato un corso di 300 studenti; ci sono la biblioteca di quartiere “Italo Calvino”, la galleria di Arte Contemporanea “Portacarrese”; palestre, cinema, bar, scuola di danza, musica e teatro.
Sono solo alcune delle imprese che troviamo a FoQus: un luogo frutto di chi ha avuto il coraggio di credere in una bellezza fragile e che, con passione, l’ha costruita, l’ha fatta accadere.
Per saperne di più: https://www.foqusnapoli.it/